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Liceo Statale "G.Galilei"
- Voghera
PROGETTO EDUCATIVO EUROPEO
COMENIUS AZIONE 1
QUALE CITTA' PER L'UOMO
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L'IDEA DEL CD ROM
Che cos'è la città ideale? Esiste una città ideale?
E se si, in che cosa consiste il suo essere 'ideale' e quale rapporto esiste
tra questo suo carattere e la realtà della città umana, dei
bisogni, delle sofferenze delle gioie degli esseri umani concreti?
Il Progetto Educativo Europeo Quale città per l'uomo,
proprio partendo da queste domande, ha voluto cercare nella storia della
città europea le radici di questo eternamente risorgente gioco di
specchi tra città ideale e città reale ed utilizzare questa
riflessione storica per interrogarsi, nell'arco triennale di sviluppo del
progetto, su tre domande:
-
Quanto è possibile separare la storia reale della città europea
dalla storia della riflessione che la cultura europea ha sviluppato sul
tema della città ideale, della città perfetta come modello
di spazio ideato e progettato dall'uomo per la realizzazione dei propri
desideri e delle proprie aspettative di vita?
-
Sino a che punto è caratteristico della storia della città
europea (nella sua unicità e diversità da ogni altra città
al mondo) questo intreccio apparentemente indissolubile tra idealità
e realtà, tra progetto e vincolo delle circostanze?
-
Ed infine, sino a che punto la civiltà europea è oggi consapevole
di questo suo carattere specifico di fondo e quanto è rimasta fedele
ad esso?
In questo nostro percorso abbiamo scoperto che la storia dell'architettura
ha per lo più associato il concetto di città ideale
al succedersi di progetti astratti, idealizzati, privi di rapporto con
la realtà della città. La città ideale come pura utopia,
ottenuta attraverso l'astrazione dalle planimetrie più o meno regolari
delle città reali, storiche, di norme (geometriche, estetiche o
di altro tipo) di perfezione ideale. Il dibattito sulla città
ideale è stato così isolato dal dibattito sulla città
reale, storica. Anzi, spesso si è tentato addirittura di sovrapporlo
ed identificarlo con quello sull'utopia e sui modelli urbanistici che si
sono spesso associati alle utopie, finendo così con il rafforzare
l'idea, in realtà a nostro parere molto parziale e sostanzialmente
poco corretta, di una teoria della città ideale come storia di rappresentazioni
devianti rispetto alla realtà.
Questo approccio ci è sembrato confuso, tale da rendere incomprensibile
il rapporto fluido tra storia della città reale e storia
della idea di città e la relazione che entrambe intrattengono
nella storia della civiltà europea con l'utopia come "sogno di un
ordine di vita vero e giusto" (Horkeimer, Aufänge
der bürgerlichten Geshichtphilosophie, 1930).
Il Rinascimento italiano (e la sua diffusione europea) ci si è
presentato nel corso del primo anno del progetto come un esempio particolarmente
interessante di questo rapporto dialettico tra utopia e realtà.
La civiltà rinascimentale ci presentava infatti questo continuo
intreccio, fatto di parallelismi, contaminazioni e sovrapposizioni, tra
utopia
e realtà, città ideale e città reale, orizzonte
della teoria e dell'idealità riferita ad un cambiamento desiderato
e realizzazione praticabile.
Il Rinascimento italiano quindi come momento in cui, pensando la propria
perfezione e la possibilità della propria felicità, l'uomo
scopre che la città è adatta, se adeguatamente pensata e
progettata, a creare con i propri spazi, con l'integrazione delle varie
funzioni, le condizioni per soddisfare i bisogni e le aspettative umane,
per costruire cioè le condizioni per la felicità della societas
hominum.
Gli esempi sui quali ci siamo concentrati sono stati quelli di:
-
Pienza, città di perfette armonie urbanistiche e di perfetta
integrazione tra architettura ed ambiente circostante;
-
Urbino, esempio di nucleo urbano medioevale trasformato in "capitale"
di uno Stato in espansione e capace di esprimere attraverso la propria
morfologia gli orientamenti politici del proprio signore;
-
Ferrara, esempio di espansione urbana pianificata e funzionale alla
soluzione delle nuove sfide imposte dalla demografia, dallo sviluppo economico-sociale,
dalle novità politiche del '500;
-
Sabbioneta, piccola Atene voluta da Vespasiano Gonzaga per
la propria coltissima ed illuminata corte come modello esemplare di città
ideale, realizzata in perfetto accordo con i canoni urbanistici rinascimentali
e a misura del suo principe;
-
le città fortificate, e Palmanova in primis,
risposte alle nuove esigenze militari del XVI secolo;
-
infine Grammichele, tipico esempio di come un modello urbanistico
pianificato in risposta a problemi militari possa essere recuperato e riadattato,
ad un secolo di distanza, per rispondere a bisogni umani e sociali completamente
diversi.
D'altro canto, la cultura rinascimentale, ed in particolare quel suo geniale
rappresentante che è stato Leon Battista Alberti, ci hanno proposto
una serie di domande di enorme attualità: come possono l'architettura
ed il town planning contribuire a costruire le condizioni per una
vita felice? Come possono esse contribuire a fare della città una
comunità capace di agire in vista di un bene comune? Come è
possibile fare della città, dei suoi edifici, dei suoi spazi e delle
sue funzioni qualcosa di adatto all'uomo ed alla sua vita?
Queste domande sono ancora oggi quelle con le quali ci dobbiamo confrontare
e l'architettura è ancora chiamata a dimostrare di poter ottemperare
a questi compiti in maniera ideale, perfetta, di fronte all'habitat informe
che caratterizza le città contemporanee, anche quelle europee, di
fronte ad un ambiente urbano che ci appare privo di un ordine e di un senso
comprensibile e condivisibile per i suoi abitanti e spesso non compatibile
con il loro desiderio di qualità della vita.
Il prodotto multimediale che qui presentiamo, realizzato nell'ambito
del Progetto Educativo Europeo Quale città per l'uomo grazie
al supporto dell'Unione Europea ed al contributo finanziario del Programma
COMENIUS, è il risultato della riflessione e del lavoro sviluppati
in comune dagli studenti e dagli insegnanti del Liceo Scientifico Statale
G.
Galilei di Voghera (I), dello Stedelijk Gymnasium di Leiden (NL) e
della Escola Secundaria Marques de Pombal di Lisboa (P).
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