1. PUO’ LA CITTA’ MODERNA ESSERE IL LUOGO DOVE L’UOMO REALIZZA LA PROPRIA NATURA? PERCHE’?

Nella città moderna l’uomo non può realizzare la propria natura: in essa, a detta di F.L. Wright, la felicità consiste unicamente nell’ammucchiarsi in modo disordinato. Ciò è conseguenza diretta del fatto che ogni grande città non viene progettata, bensì costruita secondo il criterio dell’accentramento non pianificato. Se le orecchie dei nostri predecessori erano riempite da suoni e rumori naturali come il canto degli uccelli, il fruscio del vento e degli alberi, i suoni prodotti dagli animali, nella città moderna il cittadino è tormentato dal rumore e dal frastuono meccanico della grande città.
Alla degenerazione dell’ambiente fisico corrisponde quella dello spirito: il cittadino diventa nella città moderna una sorta di macchina, un parassita dello spirito, privo di creatività; il caos che regna sovrano nella metropoli priva coloro che la abitano della capacità di comprendere, meditare e riflettere. La vita nelle grandi città porta l’uomo, in ultima analisi, a spezzare quel legame unico con la natura che caratterizza ogni essere vivente.