Che cosa è un edificio
che non sia in relazione intrinseca col terreno sul quale sorge e con gli
abitanti che lo occupano?
Questa affermazione di
F.L.Wright riesce a riassumere perfettamente le idee guida che lo hanno
accompagnato nella definizione di un nuovo modello urbanistico.
La topografia del luogo
assume un’importanza fondamentale nella costruzione dell’edificio che deve
potersi inserire perfettamente nell’ambiente senza snaturarlo. La diversità
topografica non viene negata; l’architettura cessa di essere in Wright
un sistema di forme indipendenti immerse in uno spazio astratto: gli edifici
devono diventare parte integrante del suolo sul quale si innalzano ed ogni
costruzione architettonica, secondo Wright, deve essere anzi sistematicamente
…subordinata alla natura. E’ evidente in queste parole la
critica dello autore alla grande città, luogo non regolamentato
da leggi sulla lottizzazione e sulla edilizia, regno degli speculatori,
di proprietari assenteisti, luogo che aliena l’individuo in un ambiente
artificiale. Al contrario solo il contatto con la natura può restituire
l’uomo a se stesso e consentire un armonico sviluppo della persone come
totalità: L’edilizia della nuova città sarà,
perciò, libera nel proprio ambiente verde o si estenderà
in lunghezza, allungandosi dolcemente senza elevarsi sulle praterie o distendendosi
lungo i crinali sopra le terrazze collinari immedesimandosi nell’ambiente.